Il 17 giugno si celebra la Giornata mondiale della lotta alla desertificazione indetta dalle Nazioni Unite sulla base della Convenzione per la lotta alla siccità e alla desertificazione.
Nel 1977 ci fu la prima conferenza, la United Nations Conference on Desertification (UNCOD), che adottò un piano d'azione per contrastarla. Nonostante questi ed altri sforzi, l'United Nations Environment Programme (UNEP) concluse nel 1991 che la degradazione di molte aree della Terra verso l'aridità si stava intensificando, nonostante ci fossero "esempi locali di successi".
La questione di come affrontare il fenomeno della desertificazione fu uno dei principali temi in agenda allo storico Summit della Terra di Rio de Janeiro (la United Nations Conference on Environment and Development, UNCED, del 1992).
Intanto vale la pena chiarire che quando si parla di desertificazione non si intende soltanto l’avanzata dei deserti, in base alla definizione della Convenzione ONU, la desertificazione è un processo di "degrado dei terreni coltivabili in aree aride, semi-aride e asciutte sub-umide in conseguenza di numerosi fattori, comprese variazioni climatiche e attività umane". La desertificazione quindi non è limitata, come si potrebbe pensare, alle aree confinanti ai deserti ma - al contrario, interessa circa il 40% delle terre emerse a livello planetario e coinvolge indirettamente un miliardo di persone ( stime del Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite, United Nations Environment Programme - UNEP) e contribuisce a creare altre crisi ambientali, quali la perdita della biodiversità ed il riscaldamento della temperatura su scala planetaria.
I fattori che portano alla desertificazione sono molti: il degrado del terreno può essere legato all’intervento, scorretto, dell’uomo: deforestazione, uno sfruttamento troppo intenso per la coltivazione o per il pascolo, irrigazioni mal pianificate o male gestite, con forti sprechi di acqua. E al cambiamento climatico, che sia di origine antropica o meno.
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