martedì 22 settembre 2009

The age of stupid

(le Alpi, nel film, qui per altre immagini)

Il 22 settembre si terrà in contemporanea in oltre 45 paesi e 550 cinema la prima del film sul cambiamento climatico The Age of Stupid.

The Age of Stupid, letteralmente l'Era degli Stupidi, è un film-documentario e di animazione ambientato nel mondo devastato del 2055. In un mondo devastato, Pete Postlethwaite (nomination all-Oscar) interpreta un anziano, che si trova a riguardare filmati di archivio del 2008 e a chiedersi: perché non abbiamo fermato il cambiamento climatico quando ne avevamo la possibilità?

Sito ufficiale: qui.

Link qui, qui e qui, trailer qui.
Locandina, qui.
Cinema che aderiscono, qui.

8 commenti:

Ross ha detto...

Domanda interessante, risposta scontata.

Buona segnalazione.

gaz ha detto...

Da vedere, penso, anche se so che poi mi vien l'ansia!

Ciao Suby

Riverinflood ha detto...

Perché la stupidità ci aveva fatto perdere il senso dell'orientamento.

Anonimo ha detto...

Non sono uno studioso del settore ma so che periodicamente il clima è sempre cambiato e di moltissimo. Si ha un bel riassunto di ciò nel libro di G. Herm "i celti".

Comunque non c'è da preoccuparsi. Lo Stato Italiano ha già trovato da tempo una soluzione.

Tra che si parla di cambiamenti climatici le tasse indirette, che sono il doppio delle dirette, continuano a cannibalizzare la percentuale di popolazione rimasta senza reddito, o con un reddito insufficiente (tutti si può diventare poveri). Questo succede da molto tempo ma nessuno di quelli che potevano farsi sentire ha mai protestato; in fondo è tutto legale.

Quando non si ha reddito o un reddito sufficiente vuol dire che la società, o lo Stato, non dà nulla o dà troppo poco.
Dove la società o lo Stato in sua rappresentanza non dà abbastanza, pretendere tasse è furto e fatto coattivamente è estorsione.

Non siamo più al tempo del Re assoluto in cui le tasse erano sacre e fare la fame per il proprio Re veniva ricompensata con il paradiso. Ma tutt’oggi questo non sembra affatto chiaro a nessuno.

Il lavoro si può perdere magari a cinquant’anni, la salute anche ed allora ci si ritrova nei guai.

A questo punto, dopo sessant’anni, bisogna partire da una base ben precisa in cui chi non ha reddito sufficiente non deve pagare alcuna forma di tassazione perché altrimenti, non potendo recuperare le tasse con un reddito adeguato, finisce per pagare, lentamente, tutto per tutti.

Questa misura eviterebbe che lo Stato continui il cannibalismo dei poveri per poter mantenere gli “indispensabili” al suo funzionamento o i più fortunati.
Cannibalismo che permette e permetterà la sostenibilità del sistema in tempi di crisi economiche, energetiche e di sovrappopolazione (chi non ha abbastanza soldi o non si potrà sposare o naufraga il matrimonio e portano via anche l’unico figlio fatto in economia).

Lo Stato potrebbe garantire ai poveri i tre pasti giornalieri a € 1,53 totali (vitto del carcerato). Siccome non lo vuole fare bisogna pretendere, come minimo, il detassamento completo dei redditi insufficienti. Almeno la società potrà dire agli esclusi di non dovergli nulla (alla faccia del diritto al lavoro ed il dovere alla solidarietà che nessuno ha voluto e vuole osservare).

Sicuramente nessuno dice queste cose chiaramente perchè per compensare il mancato introito lo Stato finirebbe per aumentare molto le tasse dirette di chi può pagare.
Ma sarebbe colpire se stesso.
Lo Stato non siamo noi.
Poco importa se l’aumento delle tasse dirette sia un po’ come una giusta multa dello Stato alla società che ha eluso il diritto al lavoro o il dovere alla solidarietà costituzionale.

Diceva un antico saggio: “I poveri sono il pascolo dei ricchi” (Bibbia).

Il problema è che la maggioranza dei cittadini non vuole tanto partecipare (vedi assemblee condominiali dove si raggiunge il numero legale per miracolo, con le deleghe e dopo tante insistenze anche per discutere di spese ingenti di dubbia utilità) quanto guadagnare il più possibile senza dare una lira a nessuno. La cieca obbedienza a chi paga (o sembra essere quello che paga) non costa nulla, basta che paghi bene.
D’altronde con la verità si guadagna molto poco e la famiglia oggigiorno costa un sacco se non bisogna addirittura mantenerne due o tre dei precedenti divorzi.

Chi continuerà a tacere o a parlare a mezza bocca significa che gli piacciono molto i poveri e in fondo (che diamine!) non può migliorare un mondo che non vuole essere migliorato.
Ma la libertà non la merita.

Alberto ha detto...

La specie umana si distingue dalle altre per la sua avidità. Che stia tutta lì l'incoscienza di non preoccuparsi del futuro?

DS ha detto...

questa è la suburbia che mi mancava. mi fa scoprire cose nuove e enormemente interessanti!

Luca Tittoni ha detto...

"Avanti, fallo, provaci!"

Voglio vederlo. Grazie Suby.
Lu

suburbia ha detto...

Ross la domanda e' interessante anche se sostituiamo le parole "cambiamento climatico" con altro.
gaz intanto ci abituiamo alle catastrofi con 2012 :-), ciao
River :-)
Marco grazie del commento
Alberto egoismo e onnipotenza. Contiamo che in fondo ci si possa porre rimedio all'ultimo minuto.
tommi troppo buono, ciao
Luca :-), ciao